mercoledì 12 agosto 2015



nativi digitali e nativi ... cartacei



Ormai da anni lo si definisce "gap" generazionale, con termine inglese, dall’antico norvegese gap = abisso; sta ad indicare la differenza di mentalità, di usi, di abitudini tra persone di generazioni diverse, una differenza implicita e avvertita da sempre come naturale tra genitori e figli, ancor più tra nonni e nipoti. 
Dunque: gap generazionale. Un ennesimo attacco di esterofilia?
Forse lo preferiremmo, ma la mutata definizione di questo solco generazionale manifesta in realtà una modificazione più profonda, di crescente divisione, di  incomprensioni molteplici tra individui che appartengono a mondi ed esperienze più che diverse, per una sorta di accelerazione sempre più intensa e forzata, sono aliene le une dalle altre e coinvolgono non solo alcuni aspetti della vita, quelli profondi, i valori di riferimento, bensì travolgono ogni minuto del nostro tempo, ogni angolo del nostro spazio, ogni idea, opinione, con risultati poco gratificanti.

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