venerdì 4 settembre 2015

una difficoltà di comunicazione che ci coglie impreparati






 È per lo più sottaciuta, fagocitata da altri aspetti relazionali altrettanto problematici che occupano il centro dell'interesse di media, formatori, educatori, sociologi e osservatori della nostra complessa società: è la difficoltà di relazionarsi tra quarantenni e sessantenni.
            Le difficoltà di comunicazione più urgenti e complesse in base alla risonanza mediatica sembrerebbero essere quelle che gli adulti incontrano con le nuove generazioni, bambini e soprattutto adolescenti. Non c'è dubbio che educare i bambini o relazionarsi con gli adolescenti, soprattutto oggi, richieda agli adulti una competenza e un savoir faire tutto nuovo, ma, proprio per questo, quando gli adolescenti arrivano alla soglia della giovinezza e poi entrano in quella che -un tempo- si chiamava l'età matura come è possibile che il problema sia scomparso?
[...] Se appare quasi impossibile dialogare con gli adolescenti e si parla più di ripetute tentate soluzioni fallimentari da parte di educatori, che di soluzioni accettabili o efficaci, come potrebbe d'incanto nascere il dialogo tra ultracinquantenni e trentenni, tra sessantenni e quarantenni?
Dialogare con un quarantenne è impresa impossibile anche a chi è abituato a gestire il  divario tra generazioni, per un piccolo infinitesimale particolare: è una relazione di fatto ancora asimmetrica (esempio genitore-figlio), ma vissuta da entrambi e per motivazioni evidentemente assai diverse, come simmetrica.[...]

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