Con
il gioco del "come se" si è conclusa, mercoledì 20 maggio 2105, la prima Fase (gennaio-maggio 2015) del Corso
Laboratorio esperienziale Genitori e Docenti in...collaborazione, che in
dieci incontri ha impegnato il gruppo degli iscritti nel Comprendere le
dinamiche del confronto/scontro tra educatori e figlio-alunno.
I
lavori riprenderanno il 7 ottobre per una seconda Fase, che si concluderà nel
mese di dicembre e che provvederà a Gestire e risolvere criticità e
conflittualità del rapporto educatori/
figlio-alunno, proprio quelle conflittualità che hanno animato conversazioni e
laboratori appena conclusi.
Il
gioco del "come se", mutuato dalla Programmazione Neuro Linguistica,
è stato programmato e proposto dalla coordinatrice
scientifica del Corso per questo incontro, in sostituzione del consueto Questionario,
come autovalutazione / verifica della propria crescita cognitivo-emotiva e
della significatività dell’esperienza Laboratoriale percorsa e per la sua
efficacia ha sorpreso positivamente le partecipanti, pur già allenate da
ripetuti diversi giochi di ruolo, durante gli incontri laboratoriali.
Ecco come è stato presentato il gioco:
un'esperienza con il gioco del come se
,
OVVERO
Vivi come se fossi già la persona che vuoi
diventare
e
lo diventerai senza accorgertene
La tecnica del “come se” è molto semplice:
significa esattamente cosa intende. È il vecchio gioco che facevamo tutti da
piccoli, quello di far finta di essere… un pirata, un cowboy, un indiano, una
ballerina …
Oggi io faccio finta di essere una
mamma, una docente che:
- è già la persona che voleva diventare,
- si sente già come le piacerebbe
sentirsi,
- ha consapevolezza del proprio ruolo di
formatrice,
- ha saputo trarre vantaggi dagli incontri
del Corso di Formazione,
- ha acquisito dimestichezza con alcune
strategie educative,
- è determinata a migliorare la relazione
con il figlio/a, o con ciascuno studente
- è ben allenata all'ascolto
e mi immedesimo...
come se fossi presente
all'ultimo incontro dell'anno scolastico
di:
dialogo Famiglia - Scuola
Partecipo
con convinzione ed esprimo la mia proposta/progetto educativo, da attuarsi nei prossimi mesi estivi nei
confronti di Marco, classe 1^ A liceale, adolescente superdotato, un
"genio" che, proprio a causa delle sue singolari e rare capacità,
oppone forti resistenze alla relazione con adulti e coetanei. L'esito
scolastico sarà "soltanto" buono in quanto Marco è sempre molto
attento a nascondere la sua eccellenza che vive come una diversità, talvolta
come un handicap che aumenta la sua solitudine. Disponibilità e attività
sportiva non gli sono stati fino ad ora di efficace aiuto per sentirsi a
proprio agio nel gruppo classe o nella squadra di calcio.
La
situazione, predisposta dalla tutor d'aula, è stata letta ad alta voce, la
tutor ha risposto alle domande delle partecipanti e subito dopo, per agevolare
il processo di assunzione del ruolo, è stata proiettata una scena
particolarmente inerente alla
problematica proposta, dal film di Will Hunting, Genio ribelle, 1997,
diretto da Gus Van Sant, (https://www.youtube.com/watch?v=cH-lfdkRbM0),
della durata di 4’
40’’.
La
visione della scena ha come "sbloccato" ogni piccola resistenza e
incertezza che ancora percepivo in alcune partecipanti e da quel momento in poi
ognuna ha assunto un atteggiamento esattamente sereno, equilibrato, propositivo
nel quale non hanno trovato posto i "soliti" dubbi e perplessità che
abitualmente caratterizzavano anche le loro proposte più significative in
ambito educativo, durante gli incontri.
In sintesi, è emerso quanto era necessario
e previsto: Formazione e Identità, quando e come il genitore
riconosce l’identità del figlio? l’insegnante riconosce l’identità dell’alunno?
e il figlio l’identità del genitore? l’alunno l’identità dell’insegnante?
Grazie
a tutte, alle mamme, alle docenti, alle docenti/mamme, per l'impegno e
l'entusiasmo con cui hanno ogni volta vissuto i nostri incontri.
Un arrivedederci
a presto e Buona estate!
da Giancarla Mandozzi
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