mercoledì 25 novembre 2015


counseling:

quando l'adolescente chiede di essere aiutato...


http://counselingitalia.it/articoli/4129-quando-ladolescente-chiede-di-essere-aiutato


È il genitore, quasi sempre la mamma, a prendere contatto (preferibilmente telefonico) con il counselor: specifica immediatamente da chi  è venuto il suggerimento di rivolgersi a noi, indirizza a noi, pur non conoscendoci, parole di elogio per gli esiti del nostro lavoro e infine chiede di fissare un appuntamento per la propria figlia o il proprio figlio, anticipando il problema e descrivendolo dal suo punto di vista. A noi counselor si impongono subito compiti essenziali: limitare al massimo l'eloquenza del genitore, accertarsi che il ragazzo (o la ragazza) sia informato di quanto si sta chiedendo a suo nome e soprattutto se sia concorde e determinato a mettersi in gioco.
             Quando nella famiglia, che è un sistema (ved. G. Bateson) esiste un  progetto educativo, anche se non sempre efficace o efficiente, è così che inizia, generalmente, la relazione del counselor con l'adolescente che chiede o almeno accetta di confidarsi con una figura esterna alla famiglia.
            Nei casi in cui la famiglia/sistema è in difficoltà e vive situazioni che coinvolgono tutti i componenti con reciproche retroazioni (feedback) negative che ne impediscono equilibrio e crescita, accade invece che l'adolescente, seguendo il parere di qualche amico-coetaneo, decida di presentarsi al counselor da solo tentando di dare si sé un'immagine di autonomia e indipendenza che difficilmente corrisponde alla realtà. Per la mia esperienza, tuttavia, sono casi  che si verificano raramente e per questo ritengo utile concentrare l'attenzione proprio su quanto più spesso accade con genitori premurosi, presenti e figli comunque scontenti e sfuggenti. [...]

giovedì 12 novembre 2015



Il counseling ...dalla A alla Zeta, ovvero mini-Dizionario del counseling
Counseling come: A

in Giancarla Mandozzi, ritornare al sé e ...trovarsi, riflessioni 2, youcanprint, 2013


                
Nulla a che vedere con la completezza o la pretesa di completezza, piuttosto mi piace ipotizzare che scegliendo come guida le lettere dell’alfabeto, sia possibile connotare il counseling e darne una immagine meglio rispondente alle innumerevoli forme di aiuto che può rappresentare per ciascuno di noi.
Sottilmente responsabile è certo anche quella fatica a farsi capire, quando si tenta di definire il counseling a chi chiede per curiosità, per interesse sincero, per sfida, o perché già ne ha un’idea ben precisa e magari non del tutto positiva.
[...]
Counseling come A :
"accettazione incondizionata", è quella che, secondo l’approccio di Carl Rogers, il counselor nutre nei confronti di chi sta chiedendo aiuto e lo mette al riparo dal provare maggiore comprensione/simpatia per chi esprime idee che collimano con le proprie, princìpi nei quali egli stesso crede, come dal sentire l’impulso a disapprovare chi esprimesse bisogni e desideri che egli –il counselor- non condivide
"accoglienza", [...]
"accrescere la conoscenza di sé", uno degli obiettivi che il counseling consente[...]
"agevolare", [...]
"aiuto strutturato", non occasionale: i colloqui di counseling, che siano tre (negli interventi brevissimi) o più numerosi costituiscono un percorso organico nel loro insieme, così come ogni colloquio ha una sua specifica organizzazione e sequenza (dal primo contatto al congedo, ai compiti a casa per la persona in aiuto, al postcontatto)
"ambiti": [...]
"attenzione": [...] e infine per analizzare oltre che le risposte dell’interlocutore le proprie risposte anche e soprattutto emotive
"autenticità": è importante e assai gradevole essere certi che solo l’autenticità del counselor e di chi è in aiuto è conditio sine qua non perché il processo di aiuto si realizzi
"autoconsapevolezza, autodirigersi, autonomia, autorealizzazione, autoregolazione": il counselor si attiva perché chi è in aiuto raggiunga queste abilità concretamente
"autostima":[...]

"aver cura di": è così che a molti (anche a me) piace definire ciò che fa il counselor: ha cura di una persona, di un gruppo, è la sua-loro figura di riferimento, fino al punto in cui ognuno possa sentirsi autonomo, libero di ri-prendersi in mano la propria vita

domenica 8 novembre 2015






Invito 
 al prossimo incontro del

LABORATORIO TEORICO ESPERIENZIALE
genitori e docenti in ... collaborazione

mercoledì 11 novembre 
ore 15.30 - 17.30

 consapevolezza di sé, il messaggio "io": 
dialogo, ristrutturazione, progettualità dal qui e ora

ANCONA
I.I.S. Savoia Benincasa
via Marini, 35

INFO
info@aiciitalia.it